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  • IRIDESCENZE

    Iridescenze è un viaggio nel tempo e nell’interiorità alla ricerca di emozioni, illuminazioni, esperienze di molteplice natura. Il mistero e la bellezza della realtà naturale, l’amore nelle sue declinazioni di eros e agape, la compassione per gli ultimi e la condanna degli ingiusti e potenti corrotti costituiscono alcune sfumature di un’iride più variegata e non riducibile a puro biografismo.

    12,00 
  • IRLANDA E ALTROVE. Amici, colleghi e allievi in memoria di Rosangela Barone

    A cura di Nicola Pantaleo (coordinatore), Maristella Gatto, Vittoria Intonti, Rosella Mallardi, Itala Vivan, Paola Zaccaria.

    Il presente volume rappresenta un tributo affettuoso alla memoria della professoressa Rosangela Barone da parte di un gruppo di colleghi e amici universitari.
    I saggi che vi sono contenuti gravitano in prevalenza attorno alla letteratura, lingua e cultura d’Irlanda cui la nostra collega ha dedicato la maggior parte della sua attività critica e traduttiva.
    Altri contributi concernono ambiti diversi, spaziando dalla letteratura africana postcoloniale alle novelle di D. H. Lawrence all’autobiografia “irlandese” di Amedeo Guillet, ultima ‘fatica’ di Rosangela Barone. In mezzo si situa un contributo letterario originale dell’amico autore e critico teatrale John McRae.

    Angela Rosa (per i congiunti e i tantissimi amici Rosangela) Barone è nata a Bari e lì ha vissuto, con l’eccezione di un decennio trascorso a Dublino nella sua amata Irlanda per svolgere il prestigioso incarico di Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. Laureatasi alla Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Bari vi ha in seguito prestato servizio come assistente ordinario e poi professore incaricato e infine docente associato di Lingua e letteratura inglese.
    Ha pubblicato vari volumi, saggi e articoli prevalentemente, ma non esclusivamente, sulla letteratura irlandese moderna e contemporanea e ha tradotto in italiano le opere di poeti irlandesi, spesso poco noti, a partire anche dal gaelico, lingua che padroneggiava pienamente. Nella sua docenza e nella sua attività critica ha riservato uno spazio importante alla drammaturgia. Ha guidato un gruppo di ricerca sulle interferenze tra inglese e italiano con sperimentazioni dal vivo, che ha prodotto comunicazioni a seminari e convegni.
    Ci ha lasciati nei primi di maggio del 2023.

    20,00 
  • ISOLE DEI FAMOSI ai tempi dell’Impero Romano – Geografia di una tipica forma di repressione

    Sebbene il titolo riecheggi volutamente quello di un ben noto e fortunato programma televisivo, il contenuto della presente ricognizione mira a essere tutt’altro che ‘frivolo’. In latino famosi indica spesso anche le persone ‘malfamate’ o ‘diffamate’. E tali furono i soggetti mandati in varie isole del Mediterraneo a espiare crimini veri o presunti loro attribuiti dagli imperatori romani. Le testimonianze oggi disponibili indicano che furono una novantina, fra uomini e donne, gli esiliati su un arco temporale che va dal I al III secolo d.C. per volere dell’imperatore di turno con la specifica formula della relegatio o della deportatio in insulam; ma soltanto per una metà di essi è noto il nome delle isole cui furono destinati. Sono appunto queste che, indicate in ordine alfabetico, orientano la ricerca sui personaggi che vi furono detenuti. (dalla Premessa)

    16,00 
  • Itinerari di antropologia culturale

    Il libro esamina alcuni itinerari dell’antropologia culturale particolarmente significativi, per comprenderne l’attuale configurazione e per individuare i compiti a cui essa, in situazioni storiche diversificate da quelle in cui nacque, può oggi essere chiamata.
    Ma “itinerari” nel titolo si riferisce anche a un’innegabile caratteristica dell’antropologia culturale, quella del suo collegamento con il viaggio: sua caratteristica talmente peculiare, da comportarne la riorganizzazione, una volta che l’antropologo deve ormai, come già Lévi-Strauss diceva in Tristi Tropici, e a maggior ragione oggi con la mondializzazione del mercato, dare l’addio ai viaggi, in seguito alla scomparsa delle culture differenti.
    Si pone, di conseguenza, una questione epistemologica che richiede la riflessione critica sulla formazione degli strumenti concettuali e degli “oggetti” stessi dell’antropologia culturale.
    Per questa strada, ci si trova di fronte al problema del rapporto dell’antropologia culturale con la linguistica e con la semiotica, e a quello del rapporto dell'”oggetto culturale” (il mito, per esempio) con la lingua e più in generale con i sistemi segnici, verbali e non verbali.
    La stessa questione della differenza, oggetto privilegiato dell’antropologia culturale, si decide principalmente in base alla lingua, come soprattutto risulta dal sistema dell’apartheid.

    12,91 
  • ITINERARIO ARTAUD

    Di volta in volta considerato un “caso”, e respinto in quanto tale, o innalzato alle dimensioni del mito, il personaggio di Antonin Artaud ha suscitato a lungo risposte emotive più che discorsi critici. Colui che definì se stesso “un buco senza cornice” doveva diventare una specie di schermo vuoto sul quale la società proiettava i suoi fantasmi. Già all'atto della pubblicazione della Correspondance avec Jacques Rivière (1924), il gruppo di Breton si annette il giovane spiritualista e gli affida la direzione del “Bureau de Recherches surréalistes”, del quale egli guiderà l'attacco generalizzato ai valori della società. È il primo fraintendimento, che diventerà palese quando Artaud rifiuterà, in nome dell'urgenza della “rivoluzione mentale”, di condividere l'impegno politico dei surrealisti. Mentre risale a quel primo periodo l'immagine di un Artaud araldo dell'antipsichiatria, ispiratore e modello dei tossicomani, i grandi testi teorici e l'esperienza del teatro Alfred-Jarry ne faranno un pioniere dell'auspicata rivoluzione teatrale. Ma quanto può rimanere, se non a livello puramente tecnico, se si laicizza una teatrologia di derivazione esoterica, in cui si realizza l'incontro della tradizione eraclitea e del pensiero orientale? Il terrorismo apocalittico delle Nouvelles Révélations de l'Etre (1837) appare strettamente collegato con il fallimento dell'avventura messicana e con il vanificarsi del sogno di una rivoluzione “indianista”, eppure i due episodi faranno sì che Artaud si trovi arruolato dai politici di destra e di sinistra…
    A quarant'anni dalla morte (1948), disponiamo finalmente dei XXII volumi dell'edizione Gallimard, che ci consentono di orientarci nel labirinto dei testi scritti negli otto anni trascorsi nel manicomio di Rodez e nei due ultimi anni, punteggiati di scandali. Al di là del folklore solleriano e del “rifiuto delle letture”, in nome dell'autoaffermazione dei corpi (lo “stato Artaud”), questo Itinerario risponde all'esigenza di eseguire il costituirsi e i crolli successivi delle impalcature culturali del poeta, per ricominciare a leggere Artaud, in relazione innanzitutto con se stesso.

    10,33 
  • Jean-Paul Sartre
    Teoria, scrittura, impegno

    Questi saggi e studi costituiscono una riflessione multidisciplinare e internazionale sull'opera e l'attività di uno dei più prestigiosi intellettuali del nostro secolo.
    Filosofia, estetica, sociologia della cultura, critica letteraria, artistica e politica, sono i campi e le pratiche d'indagine degli studi raccolti. Emerge dall'insieme, rinnovata, l'importanza dell'intellettuale francese, la cui figura, più che appannarsi col tempo e con la morte, si sistema storicamente e ancora s'impone all'attenzione e all'ammirazione di studiosi e lettori.

    12,91 
  • Katastrofé – L’Italietta nel Coronavirus

    «Definire l’Italia un’Italietta è la più formidabile critica che si possa formulare nei confronti del nostro sovranismo e delle sue ubbìe (perché magnificare una Nazione poco meritevole è una
    forma di ingenuità o di cattiva coscienza). Ma è anche un buon viatico per interpretare ciò che è “in profondo” accaduto nei quattro mesi cruciali della pandemia italiana: su ciò, materia tuttora incandescente, le valutazioni possono anche divergere perché all’analisi obiettiva dei fatti sovente si tende a sovrapporre le pulsioni ideologiche; ma i fatti restano tali, ad onta di
    ogni qualsivoglia “storytelling” imbellettante».
    Così si esprime l’Autore nella ‘premessa’ a questa sorta di “diario” della fase più acuta del Covid-19 in Italia, costituito da 18 interventi rapidi ma densi, nei quali sfilano tutte le tematiche rilevanti implicate dalla diffusione dell’infezione: unificate magari nel concetto di “catastrofe” intesa – in modalità molto peculiare – come causata dalla indomita e insopprimibile
    propensione dell’Homo sapiens a coltivare l’Hybris.

    8,00 
  • Kriminalgeschichten
    Etymologie und Strukturanalyse

    Racconti (letteralmente “storie”) Criminali. Il titolo già spiega in parte il contenuto di questo saggio: si tratta di un’analisi approfondita del significato del termine “storia criminale”. Nello stesso tempo viene fatto riferimento all’origine e alla storia della “Kriminalgeschichte” (etimologia), del “Kriminalroman” e della “Detektivgeschichte” a partire dalla letteratura medievale del “Schafott” (patibolo, ghigliottina) fino ai nostri giorni. Vengono presi in considerazione le diverse tipologie della struttura della Kriminalgeschichte e della Detektivgeschichte, la differenza tra l’una e l’altra, e la funzione della “suspense”. In ultimo vengono esaminati il ruolo e le caratteristiche dei vari protagonisti/antagonisti dei racconti appartenenti al genere “criminale”o, con espressione più adeguata ai nostri tempi, al cosiddetto “giallo”.

    10,00 
  • L’8 Settembre 1943 in Puglia e BasilicataDocumenti e testimonianze

    Una delle maggiori difficoltà nella ricostruzione dei caratteri della reazione popolare alla guerra e alle violenze della Wehrmacht, in alcune aree del Mezzogiorno, dopo l’8 settembre, è data dalla debole memoria pubblica di quegli eventi sottoposti negli anni della transizione dal fascismo alla repubblica e per tutti gli anni Cinquanta ad un forte isolamento nel dibattito politico-culturale e ad una emarginazione anche sul piano della ricerca storiografica1.
    La particolare situazione del Sud, caratterizzata da una profonda crisi sociale e civile connessa anche alla occupazione militare anglo-americana che si protrasse fino al 1946, non favorì una generale presa di coscienza delle conseguenze della breve ma violenta occupazione tedesca. Per effetto della censura prima badogliana e poi anglo-americana l’opinione pubblica non percepì immediatamente la portata dell’azione distruttiva dell’esercito tedesco e le conseguenze delle operazioni terroristiche contro militari e civili. Solo a distanza di un anno dai drammatici avvenimenti conseguenti l’armistizio si registrarono in Puglia le prime iniziative pubbliche per ricordare le vittime delle stragi della Wehrmacht in una situazione però di forte tensione caratterizzata dalla radicalizzazione dello scontro politico-sociale. La delegittimazione dei partiti che si riconoscevano nel CLN da parte delle forze monarchico-badogliane ebbe tra le altre conseguenze quella di emarginare le manifestazioni per ricordare la lotta antifascista e antinazista o di occultarne il significato storico-politico.
    (…) La gente comune percepì immediatamente la posizione dell’ex alleato che in diverse situazioni si abbandonò a violenze inaudite ed a vergognosi misfatti, soprattutto contro militari sbandati, non risparmiando in taluni casi anche la popolazione civile.
    In quest’ambito vengono ad assumere un importante significato le relazioni ed i rapporti dei carabinieri, le relazioni di ex podestà, ancora in carica dopo l’8 settembre, o di Commissari nominati dai Prefetti, le relazioni di diverse autorità militari (finanzieri, responsabili delle questure) ed esponenti del clero (vescovi, parroci). Si sono rivelati utili anche i registri di stato civile relativi ai decessi per i mesi di settembre-ottobre 1943, in particolare le dichiarazioni di iscritti all’ANPI, dopo il 194529.
    Rilevante anche la documentazione di Enti pubblici come l’Acquedotto Pugliese, importante obiettivo strategico delle operazioni militari tedesche nel corso della ritirata.
    Anche le ricostruzioni di alcuni storici locali in occasione di scadenze celebrative negli anni Sessanta e Settanta, pur condizionate dal mito della “resistenza organizzata”, in analogia con quanto era accaduto al Centro-Nord, offrono importanti dati sulle violenze e stragi naziste. (…)

    20,00 
  • L’abbraccio di Tersicore – Un diverso approccio alla didattica della danza classica per superare blocchi corporei ed emotivi del danzatore

    Concezione olistica del danzatore – La fisiotecnica e il laboratorio coreutico: il supporto alla tecnica della danza classica – La Danzarmonia: il supporto alle emozioni del danzatore – Analogie e integrazione delle due modalità di intervento per migliorare la tecnica classico-accademica e la performance – Progetto laboratoriale: L’abbraccio di Tersicore e applicazione pratica nella lezione di tecnica della danza classica.

    10,00 
  • L’AFRICA DI STRABONE
    LIBRO XVII DELLA GEOGRAFIA

    Nel libro XVI della Geografia Strabone ha descritto la costa del mar Rosso pertinente all’Egitto e all’Etiopia fino alla regione produttrice del cinnamomo, abitata dai Trogloditi e da altre popolazioni.
    Nel libro XVII si propone innanzitutto di completare la trattazione relativa a questi due paesi, passandone in rassegna le rispettive parti attraversate dal Nilo, e poi di procedere alla descrizione della Libia, con la quale la sua fatica si concluderà…

    20,66 
  • L’amore per l’economia

    Un volume in cui l’Autore attraverso 16 interventi rapidi ma densi affronta tematiche di rilievo come la crisi economico-finanziaria in Italia e nel Globo, il ruolo della cultura nel combattere la criminalità, le nuove frontiere dell’ecologia e della tutela dell’ambiente, la deriva dei partiti politici, la riforma federalistica, la questione meridionale e lo sviluppo della tecno-scienza. Con due approfondimenti in prologo ed epilogo che arricchiscono di ulteriori riflessioni e analisi gli argomenti trattati.

    8,00 
  • L’amore per la cultura

    Un volume di critica e approfondimento militante idealmente dedicato dall’Autore a Carmelo Bene, icona della creatività assoluta, nell’imminente decennale della sua scomparsa. Con due approfondimenti in prologo ed epilogo, che arricchiscono la tematica trattata.

    5,00 
  • L’amore per la politica

    Attraverso 17 interventi (15 dell’Autore, un prologo di Cecilia Mangini e un epilogo di Ennio Triggiani) il volume tratta dell’idea “politica”, che Waldemaro Morgese – richiamando un libro di Luciano Canfora e una poesia dall’esilio di Bertolt Brecht – definisce “la disposizione (passione) civica per le questioni di interesse collettivo (o, se si vuole, comunitario)”. Sullo sfondo, in tutte le pagine, le relazioni fra politica, verità, scienza, conoscenza, libertà, buongoverno.
    Nonché la discussione sulla situazione attuale e su come risalire una “china” forse divenuta troppo scivolosa. I temi trattati sono coinvolgenti: pubblica amministrazione, sanità, Welfare, cultura, Knowledge, riforme istituzionali, economia e finanza, “beni comuni”, nuove tecnologie, Mezzogiorno, costi della politica, uso del territorio, partiti politici, riformismo, europeismo, federalismo, regionalismo.

    8,00 
  • L’avventurosa vita di Enzo Fiermonte pugile attore

    Nel film di Pupi Avati La seconda notte di nozze, ambientato nell’Italia degli anni Quaranta, c’è un personaggio dal sorriso magnetico e gli atteggiamenti da guascone, attore protagonista di una pellicola di successo: il giallo d’azione Spie fra le eliche. I modi di fare di questo personaggio e la stravaganza del titolo della pellicola di cui è protagonista lo rendono una simpatica quanto improbabile macchietta che pochi sospetterebbero essere, invece, un raffinato omaggio di Avati ad un divo dimenticato dell’Italia di quei lontani anni: Enzo Fiermonte. Pugliese di nascita, ma romano d’adozione, Fiermonte fu attore di cinema, e prima ancora campione di pugilato; ma fu, nondimeno, gran seduttore e amante di sfide impossibili. Lo chiamavano “il Valentino del ring” e di lui s’innamorò perdutamente una delle donne più ricche al mondo, l’americana Madeleine Astor Dick, famosa oltreoceano per essere sopravvissuta alla tragedia del Titanic. Per Madeleine e per gli agi dei milionari, Fiermonte appese i guantoni al chiodo quando era ormai ad un passo dal battersi per il titolo di campione del mondo; poi ci ripensò, tornò sul ring, e tutto il mondo parlò di lui. Ma quello fu soltanto uno degli episodi avvincenti e rocamboleschi che segnarono la sua esistenza. Ne collezionò tanti e tutti clamorosi, al punto che a Hollywood, in più di un’occasione, si è pensato di realizzare un film sulla sua vita.

    15,00 
  • L’eccidio ignorato
    San Marco in Lamis: 8 Marzo 1905

    Tra i numerosi eccidi proletari che caratterizzarono una parte rilevante della storia politica e sociale di Capitanata e della Puglia agli inizi del Novecento, merita una maggiore conoscenza ed un più esteso approfondimento quello che avvenne a San Marco in Lamis l’8 marzo 1905.
    Un avvenimento troppo a lungo rimasto in ombra, sul quale è stato steso un velo di silenzio e di reticenza dovuto certamente a difficoltà nel reperire materiale d’archivio, documenti e fonti di prima mano, ma anche ad una sottovalutazione ingiustificata che ne è stata fatta da più parti, quando addirittura non è stato trascurato e ignorato.
    Con questo lavoro intendiamo portare alla luce un’importante pagina di storia del periodo giolittiano in un’area periferica del Mezzogiorno rifuggendo da una impostazione localistica e cercando di cogliere i nessi e i rapporti tra questa parte del Mezzogiorno interno e il processo di trasformazione economico-sociale in atto nel resto della penisola.
    San Marco in Lamis non era estranea ai movimenti politici e ai mutamenti economici che si andavano sviluppando agli inizi del secolo. La sua storia non può essere separata dalla più complessa vicenda politica e sociale meridionale e nazionale.
    L’eccidio di San Marco in Lamis, localmente conosciuto come lo sciopero della gabella, è uno spaccato della società meridionale rurale, dello scontro sociale e politico che si combatteva all’inizio del secolo in Capitanata e in Puglia tra galatuomini e proletari e delle particolari contraddittorie forme che il movimento di lotta assunse nel corso degli anni.

    12,91 
  • L’estraneità che accomuna

    Il soggetto e la struttura di alterità, Percorsi di alterità, ovvero La parola altra: sono queste le tematiche che soprattutto accomunano i discorsi che, da punti di vista anche disciplinarmente diversi, si svolgono in questo libro, che ha nell’incontro dialogico il suo presupposto e il suo fine.
    La crisi di identità del soggetto è solo un aspetto della crisi della stessa categoria di identità di cui il soggetto è espressione; e ci comporta il riproporsi della questione delle differenze vi compresa la differenza-identità femminile, la cui emersione molto ha contribuito alla evidenziazione della imprescindibile apertura del soggetto verso l’alterità.
    L’alterità del soggetto o anche la sua dimensione corporea, intercorporea, con la sua irriducibile materialità, con la sua resistenza rispetto alla coscienza, al progetto, alla narrazione biografica o alla ricostruzione di una memoria collettiva Ð un’alterità come estraneità, sia l’estraneità come sfida nella ricostruzione di una nuova identità, nella ricomposizione del soggetto, sia l’estraneità che irreparabilmente isola e disgrega, sia quella estraneità che, nella differenza, fondamentalmente accomuna.

    10,33 
  • L’incostanza delle umane cose
    Il patriziato di Terra di Bari tra egemonia e crisi (XVI-XVIII secolo)

    Le vicende politico-amministrative dei più importanti Comuni in Terra di Bari (Monopoli, Bari, Bitonto, Trani, Molfetta, ecc.) le lotte, spesso aspre e senza esclusione di colpi, all’interno di un ristretto nucleo di famiglie nobili e “popolari” per il controllo del comune, l’emergere, a livello politico, della borghesia agraria e intellettuale, in un’ampia e approfondita analisi che può considerarsi come una vera e propria storia dei “ceti dirigenti” cittadini in un periodo così denso di avvenimenti per il regno di Napoli come i secoli XVI-XVIII.

    10,33 
  • L’Italia del Re – Brindisi 10/9/1943 – 10/2/1944

    Nel pomeriggio del 10 settembre 1943, scortata dall’incrociatore Scipione l’Africano, arriva a Brindisi la Baionetta, una piccola nave da guerra.
    A bordo ci sono il re Vittorio Emanuele III, la regina Elena, il principe ereditario Umberto, il capo del governo Badoglio, tre ministri e una cinquantina di persone tra generali, attendenti
    e servitù. Erano partiti all’alba del 9 settembre frettolosamente da Roma lasciandola senza comandi e senza disposizioni, avevano percorso la Via Tiburtina e si erano imbarcati a Ortona.
    Brindisi diventa, per cinque mesi, la sede governativa di King’s Italy (l’Italia del re), come la chiamano gli alleati anglo-americani, e comprende le province di Brindisi, Bari, Taranto e Lecce. Il restante territorio meridionale è occupato e amministrato direttamente dagli Alleati, quello da Roma in su è occupato dalle truppe tedesche.
    In quel periodo Badoglio firma l’armistizio lungo e dichiara guerra alla Germania; a fine gennaio del ’44 si svolge a Bari il primo Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale.
    Durante la permanenza a Brindisi, il re ripercorre gli avvenimenti importanti della sua vita: l’infanzia malaticcia, la rigida educazione militare, le piacevoli frequentazioni napoletane, il
    fidanzamento con Elena in Montenegro, il loro matrimonio, la luna di miele nell’isola di Montecristo, l’assassinio del padre. Ricorda con orgoglio la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale e la defenestrazione di Mussolini; si assolve per aver sconfessato lo stato d’assedio di Roma, firmato le leggi razziali e dichiarato guerra a Francia e Inghilterra.
    Dopo l’11 febbraio 1944, le province meridionali liberate dagli Alleati, ritornano sotto l’amministrazione italiana. Il re, con la sua corte, parte per Salerno, nuova sede del governo.
    Spera che sia una tappa di avvicinamento per il suo rientro a Roma, ma gli avvenimenti successivi gli destineranno un finale differente.

    12,00 
  • L’Italia vista dal Sud – Tommaso Fiore e Alessandro Leogrande

    Come appare il nostro stivale visto dal Tavoliere delle Puglie e non dalla Pianura Padana?
    Questa diversa prospettiva può essere offerta attraverso le lenti novecentesche del meridionalista Tommaso Fiore, messe a confronto con lo sguardo, a noi vicino, di Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore che, raccogliendo e provando a ricomporre «i tanti cocci» dell’oggi, si richiamava al mondo di ieri. L’importanza del passato è uno dei fili rossi che si snodano in questo percorso, i quali legano insieme due autori di tempi diversi ma accomunati, in prima istanza, da un costante sguardo retrospettivo che consente loro di potenziare la descrizione che offrono del mondo; poi, dall’analogo anelito all’azione concreta, lungi da diagnosi teoriche non accompagnate da un riscontro autoptico, unico mezzo per realizzare un resoconto sincero della realtà sociale, economica, paesaggistica e – soprattutto – umana. Sguardi diversi per raccontare le medesime esigenze di un popolo di formiche, per mezzo degli stessi strumenti dell’intransigenza etica, del rigore intellettuale, della fiducia nel sapere come strumento decisivo di emancipazione sociale e di sviluppo civile, che rappresentano i caratteri distintivi della migliore tradizione intellettuale del Mezzogiorno d’Italia.

    14,00