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3,00 €Strabone di Amasea. Geografia. Libro VII
45,00 €48,00 €
Introduzione, testo, traduzione e commento a cura di Nicola Biffi.
Dopo la descrizione dell’Italia nei libri V e VI, nel VII Strabone prosegue con quella dell’Europa centro-settentrionale e orientale delimitata a nord dall’Oceano (il mar del Nord, più il Baltico di oggi) e a est dal Ponto ‘Eussino’ (il nostro mar Nero), cui segue, più sopra, la Palude Meotide (il mar d’Azov) fino alla foce del fiume Tanai (il Don).
Di fatto, però, l’area continentale passata in rassegna è quella posta tra il mare Adriatico e tutto il litorale di sinistra del Ponto che scende dalla foce dell’Istro (il Danubio) fino alla Propontide, cui subentra il profilo costiero dell’Egeo settentrionale pertinente ad alcune regioni della Tracia e alla Macedonia. Il Geografo chiarisce che quest’area è divisa pressappoco in due dall’Istro, il più grande dei fiumi europei, che nel suo tratto iniziale, ai limiti occidentali della Germania, scorre in direzione sud, poi svolta verso est e il Ponto, con un’ultima leggera deviazione verso nord. Ne consegue che oltre la linea di demarcazione segnata dal percorso fluviale vengono a trovarsi: fino all’Oceano le regioni transrenane, abitate dalle ultime tribù dei Galati e dai Germani; fino al Tanai e al Ponto quelle abitate da altri e diversi popoli; a sud, invece, fino alla Grecia, le terre degli Illiri, dei Traci e di altre etnie (soprattutto celtiche) a essi frammiste. Strabone si ripromette di trattare prima le regioni che si estendono oltre l’Istro, perché – a suo dire – la loro descrizione si presenta meno complicata, avendo esse confini più chiari e meno controversi (in realtà perché la documentazione di cui al riguardo dispone è piuttosto carente); ma di fatto presenta soprattutto la Germania e le popolazioni ivi insediate, che descrive utilizzando con maggior profitto, come già da tempo è stato rilevato, fonti romane a lui contemporanee. [dall’Introduzione]










