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10 prove manoscritte per la LICENZA DI SOLFEGGIO
8,00 €
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Pur nella molteplicità dei compositi snodi teoretici, difficilmente riconducibili a un comune e univoco denominatore, l’intento del Pragmatismo è di riportare la storia degli uomini ai suoi valori individuali. Lungi dall’immaginare lo stato felice e naturale dell’uomo in una remota età dell’oro, il XIX secolo, nell’ambiente filosofico di Cambridge, e ancora presente in alcuni rivoli della tradizione analitica statunitense del nostro tempo, si propone di dimostrare che l’esperienza non è una progressiva accumulazione di dati empirici da organizzare e sistemare, ma una regola volta verso la razionalità dell’azione, non essendo i fatti la causa, o il presupposto delle idee, ma il loro strumento di verifica.
Questo lavoro, composto da 5 brani musicali per pianoforte, è dedicato a coloro che si sono avvicinati allo studio di questo bello strumento. Sono delle composizioni che non si allontanano molto fra loro come estensione di tastiera e di posizione, ma comprendono alcune delle difficoltà riscontrabili nel repertorio pianistico. L’opera non vuol essere uno studio della tecnica dello strumento, ma una semplice introduzione che può offrire, per i primi anni di studi, materia ricreativa. Per questo si trovano evidenziati i respiri, la dinamica, i tempi di esecuzione, ecc., affinché l’allievo possa eseguire al meglio la composizione, superando ogni giorno un nuovo ostacolo.
“Spesso penso in dialetto” mi confessò una sera d’estate mentre fantastiscavamo sulla possibilità di tradurre in dialetto barese i grandi poeti della letteratura.
L’entusiasmo di un bambino alle prese con un nuovo importante gioco. Coinvolgente e bellissimo. Senza riserve ma anzi con la voglia e la coscienza di poter offrire un contributo non tanto e non solo per un auspicabile, possibile, sistemazione del dialetto barese, quanto per la rinascita della lingua “madre”, l’amata lingua delle radici […]
Un rimando a Ghirri, una neonata già sveglia, il borgo ancora vuoto, la brezza marina, agosto, il sole che scalda, il silenzio, l’alba che colora.
C’è la Savelletri delle voci del mondo e quella del silenzio, che il fotografo/rabdomante può catturare, inseguendo i segni delle molteplici presenze umane, lasciandosi guidare dalla luce. E sì, perché, al di là di tutto, Savelletri, prima di essere storia, è innanzitutto luce. Luce e voce di mare.
Ventisette straordinarie foto a colori, frutto di una intensa e prolungata frequentazione di un paese, l’Iran, di cui l’autore è profondo conoscitore e raffinato interprete, catturano l’attenzione visiva, per gli spazi senza confini che esse riescono ad offrire, e l’attenzione mentale, che permette di accedere a luoghi di cultura diversi. Attraverso queste fotografie si può cogliere la rispondenza che esiste trai sud del mondo: gli stessi sentieri, gli stessi muri a secco, la stessa gente dalle straordinarie somiglianze nel colore dei volti, in alcuni atteggiamenti o posture.
Accompagnano le immagini otto poesie del poeta iraniano Sohrâb Sepehri.
Riccardo Zipoli insegna lingua e letteratura persiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
“Di una pittura non-rappresentazionale, dell’irrappresentabile, non si dà rappresentazione, ma può ben esserci esposizione, perché già inevitabilmente esposta, impossibilitata a sottrarsi, in un coinvolgimento di cui dà mostra nel suo tendere alla raffigurazione. La raffigurazione dà la possibilità all’artista di rendere un testo il cui tessuto non sia la registrazione della realtà (mera trascrizione). Solo così l’artista di questa tessitura avrà modo d’inoltrarsi verso la scrittura, una scrittura sdoppiata e demoltiplicata; una scrittura contro gli assalti dell’imbavagliamento, contro i dettati, i testi prescritti, le parole e le immagini imposte e impastate.
La pittura si fa scrittura – eseguita orchestrando, nell’alternanza strumentale – tacere e ascolto, otografia e visione, de-scrittura e ri-scrittura. Con dissonanze incise e talvolta abbozzate conduce ben presto il supporto alla rovina, crea la raffigurazione, una specie di contro-immagine, di controidola, incessante e indefinita protesta contro le leggi della rappresentazione”.
La contrapposizione anche sanguinosa e tragica sorta sul tema della mondializzazione impone una riflessione seria sulla sua genesi e sul suo possibile esito. Chi sono e dove vanno gli attori oggi in campo? Quali rischi e quali poste sono in gioco? Partendo dal ’68 e da quello che esso ha comportato nei fatti e nelle coscienze si può meglio comprendere l’attuale momento, la sua prevedibilità e la sua ineluttabilità. La utilizzazione fortemente distorta delle libertà conquistate in quella stagione ha portato e non poteva non portare all’attuale contrapposizione. La difesa di quelle libertà è l’unica risposta civile possibile. Credere di utilizzare nuove forme di autoritarismo centralista, ancorché mascherato in un qualunque modo o ispirato ai migliori intendimenti, sarebbe la scelta peggiore. Serve, al contrario, capire meglio gli interessi in campo e sforzarsi di edificare un sistema, un nuovo ordine, che in modo automatico componga ed equilibri i differenti interessi.
Nella cornice di un sogno, il sogno di una Donna Qualunque della città vecchia, che vorrebbe recitare con un attore famoso in un vero teatro, prendono vita i più importanti personaggi e “pezzi” del teatro di Shakespeare. Tra le vie della sua città, senza capirne fino in fondo le ragioni, la Donna Qualunque sogna e si trasforma. Incontra Amleto, Romeo, Falstaff, Lear, Marcantonio, Bruto. Li incontra e parla con loro, li ascolta mentre assiste al suo stesso sogno. E la sua lingua, la loro lingua, non può che essere quella della vita, quella della sua città, il suo dialetto. L’uso del dialetto è l’uso di una lingua vocata alla relazione. Relazione con gli altri e con i luoghi. I personaggi di Shakespeare, del Tiàdre di Vito Carofiglio, sono tutti lì come vivi nei vicoli e sui sagrati di Bari vecchia. L’ambientazione nel borgo antico li rielabora e li restituisce antichi e diversi in questo nuovo paesaggio onirico. Tutto accade in una città vecchia trascurata, spiaggia di pescatori e vicoli sofferenti, ma questa nuova lingua di traduzione fa emergere anime e tormenti di tutti. Per tutti.
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